L'Irpinia
L’Irpinia è una provincia molto estesa che comprende ben 118 comuni. Tanti i borghi affascianti che impreziosiscono un territorio che resta in buona parte incontaminato. La bellezza della natura, esaltata da scorci e panorami di grande suggestione, è una delle maggiori attrattive di un territorio ricco di storia e tradizioni, che vanta produzioni enogastronomiche di assoluta eccellenza.
Montemarano
Le origini di Montemarano risalgono a prima dell’anno mille e, in particolare, alle sanguinose guerre tra Sanniti e Romani. Dove oggi sorge la suggestiva Cattedrale, si ergeva un tempio dedicato a Giove. La tradizione racconta che il fondatore sia stato Mario Egnazio, ribelle e valoroso condottiero irpino, che si fermò sui monti locali, dove riuscì anche a sconfiggere le schiere romane. Montemarano fu a lungo fortezza inaccessibile: sempre secondo la tradizione locale, anche i Bizantini e i Longobardi dovettero arrestare le loro ambizioni di conquista di fronte alla strenua resistenza degli abitanti. Il periodo più fiorente di Montemarano risale agli anni Mille, sotto l’episcopato di Giovanni, cittadino, vescovo e poi Santo protettore. Montemarano vanta diversi punti di interesse per turisti e visitatori. Testimonianze importanti sono la topografia tipicamente medioevale del centro storico, la struttura della Cattedrale, uno dei pochi esempi di arte normanna in Irpinia, la Cripta e gli affreschi rinvenuti nella stessa Cattedrale, la preziosa sedia vescovile e numerose tele di elevato valore artistico. Da non perdere, nel caratteristico centro storico, il Castello, ben conservato con uno straordinario portale d'ingresso. Meritano una menzione anche il Museo dei Paramenti Sacri e il Museo Etno-Musicale "Celestino Coscia e Antonio Bocchino" che raccoglie numerose e uniche testimonianze dell'arte contadina e delle tradizioni locali. Montemarano è il paese della Tarantella e terra di Taurasi DOCG, “rosso” straordinario da gustare insieme ai piatti della tradizione serviti da cantine, agriturismo e ristoranti locali.
Cesinali
In origine, il territorio di questo caratteristico paesino, che dista pochi chilometri dal capoluogo Avellino, era quasi completamente coperto da boschi di castagni, chiamati “cesine”, da cui deriva il verbo cesinare (tagliare gli alberi) che ha portato all’attuale Cesinali. Di quei boschi resta soltanto quello di Monteuovolo, dove si ritiene che, al tempo dei Romani, esisteva un tempietto al Dio Giove, il padre degli dei nella religione pagana, da cui il nome "Monte di Giove", in latino "mous Jovis", e, appunto, il nome montejovolo o monteuovolo. La peculiarità del paesino di Cesinali è il caratteristico viale dei tigli, in origine una strada angusta soffocata dalle siepi laterali, poi, a partire dal 1900, allargata e ampliata dall’Amministrazione Comunale dell’epoca. La “Zeza”, tipica rappresentazione teatrale popolare che va in scena nei giorni del Carnevale, è una delle tradizioni più antiche di Cesinali, comunità caratterizzata da un'economia prevalentemente agricola: le nocciole, le castagne e, soprattutto, il vino Fiano D.O.C.G. rappresentano le eccellenze locali, conosciute ben oltre i confini provinciali e regionali.
Tufo
Il comune di Tufo sorge nell'area della Valle del Sabato. Il suo nome deriverebbe dal primo feudatario, Raone Del Tufo, o più semplicemente dalla roccia vulcanica del tufo, copiosamente presente nel sottosuolo di tutta l'area del paese. Una delle prime testimonianze relativa ai primi insediamenti in paese, è costituita dal rinvenimento di un cunicolo d'acquedotto sannita-romano che, oggi, collega il borgo irpino a Prata di Principato Ultra. La sua storia è strettamente legata a quella della vicina Torrioni: nell'888, infatti, il principe di Benevento Aione II decise di costruire, nell'attuale territorio torrionese, un fortilizio turrito a difesa del castello tufese. Tra i luoghi di maggiore interesse storico-architettonico ci sono il Castello longobardo, che sorge nel punto più alto del paese, e la Grotta di San Michele, profonda oltre 50 metri. Meritano una visita anche le ex Miniere di Zolfo, scoperte nel 1866 da Francesco Di Marzo, il Mulino Giardino, interessante esempio di archeologia industriale, risalente al 1866 e usato un tempo per la molitura e la ventilazione dello zolfo, e il Palazzo Di Marzo, imponente edificio gentilizio, situato all'ingresso del centro antico e risalente al XIX secolo. Tufo fa parte dell'areale del Greco di Tufo DOCG, vino bianco tra i più pregiati del nostro Paese, da sempre associato al comune irpino nella sua denominazione.