Vini

L’Irpinia è da sempre un territorio vocato alla coltivazione della vite. Fin dai tempi dei romani, in provincia si producevano vini eccellenti, oggi sempre più apprezzati anche sui mercati internazionali. La provincia di Avellino vanta tre DOCG, il Fiano di Avellino, il Greco di Tufo e il Taurasi.

Il Fiano di Avellino

Il vitigno a bacca bianca è stato importato dalla Tessaglia dai colonizzatori Greci. Venne inizialmente coltivato sulle pendici del Vesuvio e, successivamente, nell’attuale comune di Tufo, in provincia di Avellino, da cui prende il nome, dove la presenza di una particolare roccia vulcanica del tufo ne esalta da sempre le avvolgenti caratteristiche sensoriali, trasferendo al vino sapidità, longevità e freschezza.

Molto apprezzato già nel Medioevo, il Fiano ha un'origine millenaria. Diversi i documenti e le tracce che testimoniano il prestigio di cui godeva questo straordinario vino bianco già in epoche lontane: basti pensare che nel registro di Federico II di Svevia, nel XIII secolo, era annotato un ordine per tre "salme" di Fiano.

Il Fiano trova il suo habitat in terreni di natura molto diversa che danno origine a risultati unici e variegati. Grappolo serrato, buccia resistente e tenace, maturazione tardiva. Questo vitigno dà vita a vini intensi e profumati, ricchi di sensazioni floreali, fruttate e balsamiche, capaci nelle migliori versioni di trovare grande complessità minerale con l’affinamento in bottiglia.

Molto apprezzato già nel Medioevo, il Fiano ha un'origine millenaria. Diversi i documenti e le tracce che testimoniano il prestigio di cui godeva questo straordinario vino bianco già in epoche lontane: basti pensare che nel registro di Federico II di Svevia, nel XIII secolo, era annotato un ordine per tre "salme" di Fiano.

Il Fiano trova il suo habitat in terreni di natura molto diversa che danno origine a risultati unici e variegati. Grappolo serrato, buccia resistente e tenace, maturazione tardiva. Questo vitigno dà vita a vini intensi e profumati, ricchi di sensazioni floreali, fruttate e balsamiche, capaci nelle migliori versioni di trovare grande complessità minerale con l’affinamento in bottiglia.

Il Greco di Tufo

Il vitigno a bacca bianca è stato importato dalla Tessaglia dai colonizzatori Greci. Venne inizialmente coltivato sulle pendici del Vesuvio e, successivamente, nell’attuale comune di Tufo, in provincia di Avellino, da cui prende il nome, dove la presenza di una particolare roccia vulcanica del tufo ne esalta da sempre le avvolgenti caratteristiche sensoriali, trasferendo al vino sapidità, longevità e freschezza.

Le sue origini antiche sono confermate dal ritrovamento a Pompei di un affresco risalente al I secolo a.C., dove veniva espressamente nominato il “vino greco”. Era decantato anche da Plinio il Vecchio, quando diceva: “In verità il vino Greco era così pregiato, che nei banchetti veniva versato solo una volta”.

Le sue origini antiche sono confermate dal ritrovamento a Pompei di un affresco risalente al I secolo a.C., dove veniva espressamente nominato il “vino greco”. Era decantato anche da Plinio il Vecchio, quando diceva: “In verità il vino Greco era così pregiato, che nei banchetti veniva versato solo una volta”.

Tra i pochi bianchi in Italia che si presta all'invecchiamento, il Greco di Tufo beneficia della particolarissima composizione dei terreni irpini, caratterizzati da suoli d’antica origine vulcanica e buone componenti calcaree e argillose, che contribuiscono a creare un substrato perfetto per ottenere vini dai profumi intensi e dalle particolari note minerali.​

Tra i pochi bianchi in Italia che si presta all'invecchiamento, il Greco di Tufo beneficia della particolarissima composizione dei terreni irpini, caratterizzati da suoli d’antica origine vulcanica e buone componenti calcaree e argillose, che contribuiscono a creare un substrato perfetto per ottenere vini dai profumi intensi e dalle particolari note minerali.

Il Taurasi

L’Aglianico è un vitigno molto antico, probabilmente originario della Grecia. Sembra che il nome sia ispirato all'antica città di Elea (Eleanico), sulla costa tirrenica della Lucania. Dalla parola Ellenico si sarebbe poi arrivati fino all’attuale Aglianico.

Importato in Italia tra il VII e il VI secolo a.C., trova una delle sue massime espressioni in Irpinia e, precisamente, nei diciassette Comuni irpini che formano l’areale del “Taurasi”. Si adatta bene a numerose tipologie di terreni che danno vita ai Taurasi e ai Taurasi Riserva, tra gli esponenti di spicco della migliore tradizione dei “rossi” italiani. Vini di grande intensità caratterizzati da profumi intensi e una spiccata acidità, propendono al lungo invecchiamento.

Di colore rosso rubino più o meno intenso o granato vivace, si caratterizza, dopo l'invecchiamento, per i riflessi arancione. Sapore asciutto, gustoso, equilibrato, da giovane tannico, migliora dopo un adeguato invecchiamento in botte di rovere, grazie alla elevata gradazione alcoolica e il buon livello di acidità totale, fino ad assumere un caratteristico e vellutato sapore di liquirizia.